“A pelle sento che…”

Semplice modo di dire o vi è una possibile spiegazione scientifica?

“A pelle sento che…”. “Quella persona a pelle mi piace”. “Potevo sentire sulla mia pelle la tensione che aleggiava in quella stanza”. “Sprizzava gioia da tutti i pori…”. Quante volte abbiamo detto o sentito frasi di questo genere? Sono sicura che vi è accaduto in più d’una occasione e forse non avrete mai fatto caso al significato letterale che queste affermazioni portano con sé; piuttosto, vi sarete concentrati sull’immagine metaforica che richiamano. Ma siete davvero sicuri che quella che sembra un semplice espressione con licenza poetica non racchiuda in realtà una base di veridicità magari scientifica? È risaputo che i modi dire vengano spesso citati senza conoscerne davvero l’origine né chi li abbia creati e perché. Allora è giunto il momento miei cari lettori di sfatare un mito o, meglio, ci proviamo.

La nostra struttura umana è formata da vari strati, alcuni più fisici, biologici, materiali, altri più rarefatti, questi ultimi si fondono in un mix perfetto che danza continuamente in accordo tra ciò che accade dentro di noi e ciò che accade all’esterno di noi. Quindi, possiamo affermare che un individuo si trova continuamente a dover accordare una realtà interna, definita come “propria”: emozioni, pensieri, sensazioni; e una realtà esterna, dove l’altro e le situazioni a lui vicine la fanno da padrone. L’una e l’altra realtà o percezioni di esse, spesso si mescolano influenzandosi a vicenda creando delle azioni o reazioni dentro e fuori l’individuo stesso.

Queste due realtà e la loro codifica coinvolgono l’intera struttura dell’essere umano: il Corpo, nella sua base fisiologica, la Mente e la Coscienza. 

In che modo, quindi, l’uomo riesce a registrare, integrare e decodificare tutti gli stimoli e le sollecitazioni siano esse interne o esterne alle quali è sottoposto quotidianamente?

Ogni individuo è naturalmente dotato di alcune “antenne” che gli permettono di ricevere e definire lo stimolo dall’esterno all’interno e viceversa, queste si chiamano Recettori. Questi recettori permettono alla nostra struttura biologica di registrare in maniera quantitativa tutte le sollecitazioni (caldo, freddo, suoni, luci, colori, tono di voce ecc.) mappandone esattamente valori come l’intensità, la durata, la posizione nel corpo e la direzione (processo di sensazione) talvolta ancor prima che il nostro sistema nervoso ne processi il significato.

Ogni stimolo viene gestito da specifici recettori appositamente equipaggiati per la loro lettura e traduzione, inoltre, ogni “antenna” (recettore) fa parte di un sistema specifico. Ad esempio, gli stimoli luminosi, la luce o l’assenza di luce, viene gestita dai recettori del sistema della vista e questi si chiamano Coni e Bastoncelli. Stimoli come il dolce, il salato o l’acido ci permettono di tradurre il gusto di un determinato alimento e vengono codificati grazie al lavoro svolto dalle papille gustative che sono rispettivamente i recettori del sistema del gusto.

Forse avrete capito che mi sto riferendo ai famosi cinque sensi, ebbene sì, questi di fatto rappresentano i sistemi d’interazione tra l’interno e l’esterno della nostra struttura, quindi ogni senso ha la sua “antenna” o recettore: per la vista i coni e i bastoncelli, per l’udito le stereo ciglia, per il gusto le papille gustative, per l’olfatto le ciglia collegate al bulbo olfattivo e… per il tatto?

Per il tatto, che siamo soliti identificare come quella capacità del nostro corpo di ricevere le sensazioni tramite il contatto fisico con gli oggetti, dobbiamo spendere qualche parola in più poiché proprio nella spiegazione del suo funzionamento è racchiusa la probabile magia che permea tutti i modi di dire che mi hanno spinto a scrivere questo articolo.

È bene sapere innanzitutto che il senso del Tatto fa parte di un sistema molto ampio chiamato Sistema Somato-sensoriale, questo è il primo sistema in realtà con cui percepiamo il mondo esterno; i suoi recettori sono diffusi in tutto il corpo a differenza di quelli degli altri sistemi che invece sono localizzati in aree specifiche, inoltre percepisce lo stimolo estraendo da questo quattro attributi: modalità, intensità, durata e localizzazione. Il contatto con il mondo avviene tramite delle strutture neurali specializzate, le famose “antenne” chiamate recettori sensoriali; ogni recettore di questo sistema è sensibile ad una particolare forma di energia e variazione di essa: meccanica, termica, chimica ed elettromagnetica. Potremmo quindi affermare che esso raccolga informazioni provenienti dall’esterno, continuamente, anche se ad esempio non stiamo utilizzando la vista e abbiamo gli occhi chiusi e magari anche i tappi per le orecchie che ci impediscono si sentire i suoni intorno a noi.

Il sistema Somato-sensoriale consta, come abbiamo detto, di varie “antenne” tutte posizionate nella pelle, nei muscoli e nelle articolazioni, esse gli permettono quindi di registrare stimoli come il tatto, le sensazioni dolorifiche, le sensazioni termiche (caldo e freddo) e le sensazioni di propriocezione (la conoscenza dello spazio che occupo e come sono posizionato rispetto a ciò che mi circonda). Quindi, esso è dotato di vari recettori specifici per ogni sensazione che analizza: per il dolore vi sono i Nocicettori, per le sensazioni termiche vi sono i Termocettori, per la propriocezione i Propriocettori e per le il tatto i Meccanocettori.

Riguardo quest’ultimi vorrei dedicare qualche parola in più poiché sembrerebbe che essi, grazie alla loro particolare costituzione, possano captare e tradurre stimoli provenienti dall’ambiente di tipo meccanico e cinetico. Parrebbe quindi che possano tradurre l’energia, le cariche e il loro spostamento presenti nell’ambiente circostante, non necessariamente a contatto con la persona.

Come saprete, lo spazio che ci circonda non è realmente fatto di vuoto o pieno bensì di atomi e molecole che caratterizzano tutto ciò che ci sta intorno compresi gli spazi vuoti. L’interazione di un corpo, a sua volta formato da queste particelle, con l’ambiente vicino creerebbe quindi una variazione nelle particelle a lui circostanti e quindi nell’area tutt’intorno allo stesso. Le variazioni prodotte dai corpi con lo spazio adiacente, altro non sono che segnali elettrici o elettromagnetici che, a quanto pare, come abbiamo detto prima se ben ricordate, sono recepiti e codificati da questi nostri recettori di cui il sistema Somato-sensoriale si avvale e questo ci permetterebbe “a pelle” di ricevere informazioni provenienti dal luogo in cui ci si trova e di provare delle sensazioni ancor prima di aver interagito direttamente con la persona o la cosa nello specifico.

Quando mi riferisco all’interazione tra uomo e ambiente non intendo solo le azioni fisiche compiute da un individuo nello spazio dove è collocato, come lo spostamento di un oggetto, ma alludo anche ai pensieri e alle emozioni che quella persona ha provato in quella stanza mentre parlava con qualcuno o rifletteva tra sé e sé e così via.

Ci tengo a specificare quest’ultimo concetto poiché, di fatto, anche i pensieri e le emozioni altro non sono che segnali elettrici o chimici-elettrici prodotti nel corpo e da esso irradiati nello spazio tutt’intorno il quale si permea di questi segnali che hanno preso forma da tutti gli elementi che in quel dato momento stanno agendo nell’ambiente o che in precedenza hanno agito.

Questa, quindi, a mio avviso, potrebbe rappresentare una valida spiegazione a tutti quei modi di dire che siamo soliti sentire o utilizzare in prima persona riguardo le nostre sensazioni a pelle. Un aspetto che apre le porte anche a possibili nuove riflessioni sulle capacità dell’essere umano di percepire le varie informazioni presenti nell’ambiente, definibili anche come stimoli elettromagnetici, elettrici o cinetici e quindi alla possibilità da parte di un individuo di percepire le variazioni di energia emesse dai corpi circostanti. Ma questo argomento lo affronteremo in un altro capitolo.

Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a questa lettura,

Ogni Bene!

Articolo H.A.M.O.R.S. APS n. 1 del 14 Luglio 2021 a cura della dott.ssa Veronica Gerardi

 

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